giovedì 14 luglio 2016

PERCHE' LA PAROLA LENTO E' DIVENTATA SINONIMO DI BRUTTO NEL CINEMA?




















Da quando le scene lente nel cinema sono diventate una cosa negativa? Perchè devo continuare a sentire gente che dice frasi del tipo "è lento e quindi noioso", perchè il pubblico non è più in grado di gustarsi la magia del cinema? Perchè non riuscite più ad apprezzare un' inquadratura fissa, un piano sequenza o un campo lungo che non superino la durata dei due secondi?
Ormai il pubblico sembra essersi abituato a film sparati a mille, a montaggi che non fanno seguire l'azione e a inquadrature che non durino più di due secondi, vogliono tutti la velocità, unita e una CGI esagerata e a rallenty che mostrano i protagonisti fare capriole in aria mentre sparano proiettili che squarciano il vento. 

Oggi vi mostriamo 10 scene lente della storia del cinema: 


C'ERA UNA VOLTA IL WEST - Sergio Leone (1968) 

Ho scelto la scena iniziale di "C'era una volta il west", ma avrei potuto metterne una marea di scene lente di Sergio Leone: De Niro nella fumeria d'oppio (C'era una volta in America), l'arrivo alla stazione di Claudia Cardinale (C'era una volta il west), l'entrata in scena di Lee Van Clef o il triello finale in "Il Buono, il Brutto, il Cattivo", ecc... 
In questa stupenda scena iniziale assistiamo ad uno stupendo collage di immagine e suoni che dura ben dieci minuti: tre pistoleri arrivano in una stazione ferroviaria, lentamente si siedono e aspettano l'arrivo del treno, non vi è colona sonora, tutto quello che sentiamo sono solo suoni naturali: il vento che soffia, le pale arrugginite di un mulino ad acqua, il telegrafo, il ronzio fastidioso di una mosca, un goccia d'acqua che cade sul cappello di uno dei tre e il suono in lontananza di un treno che si sta avvicinando.... 



IL POSTO DELLE FRAGOE - Ingmar Bergman (1957) 

In questo capolavoro del maestro Bergman assistiamo al sogno che il protagonista fa all'inizio della pellicola. E' una scena surrealista e senza colonna sonora, dove vediamo un uomo anziano passeggiare per le strade della sua città e incappare in orologi senza lancette e in un cavallo che trascina un carretto con sopra una bara. 





2001: ODISSEA NELLO SPAZIO - Stanley Kubrick (1968) 

E' il film più discusso di Kubrick, per il fatto che non fu accolto benissimo quando uscì e che, ancora oggi, molti additano stupidamente come film noioso e senza senso. Il gusto soggettivo è una cosa, ma la bellezza oggettiva è un'altra, quindi non riesco a capire come non si faccia a trovare la bellezza in questa sequenza di immagini: il protagonista assiste passo dopo passo al suo invecchiamento, per poi ritrovarsi sdraiato in un letto con davanti il famoso monolito e alla fine rinascere in forma di feto cosmico che sta tra la terra e le stelle. 




L'ECLISSE - Michelangelo Antonioni (1962) 

In questo film Antonioni attraversa il discorso dell'incomunicabilità e lo fa veramente in maniera esemplare, alternando rumore, caos, lunghi silenzi e riprendendo paesaggi freddi e vuoti che mostrano palazzi e monumenti della capitale. Ora guardatevi gli ultimi 10 minuti di questo capolavoro, fatti di silenzi e privi di narrazione, e poi provate a dire che è una scena brutta perchè lenta. 




FUOCO CAMMINA CON ME - David Lynch (1992) 

Sono sicuro che c'è chi trova noioso anche David Lynch, visto che nei suoi film ama usare spesso e volentieri l'inquadratura fissa e mette lunghe pause tra le battute che gli attori si scambiano, se non riuscite a trovare la bellezza nemmeno nei film di Lynch allora non so proprio che razza di pellicole vi possano piacere. 





LA SOTTILE LINEA ROSSA - Terence Malick (1998) 

E' un film di guerra dove per i primi 40minuti non vediamo esplodere nemmeno un colpo d'arma da fuoco, un film pieno di temi quali la fede, il cinismo e la religione, dove sentiamo spesso e volentieri i pensieri e le paure dei protagonisti, questo lo rende meno bello o più noioso di altri film di guerra? Non credo proprio, ma se anche questo lo trovate "palloso" potete sempre andarvi a vedere quello schifo di "Pearl Harbor". 



GLI UCCELLI - Alfred Hitchcock (1963) 

Nella scena finale de "Gli Uccelli" vediamo i protagonisti uscire lentamente dalla loro casa e camminare tra centinaia di uccelli che li osservano, forse molti di voi avrebbero preferito un finale dove si vede Rod Taylor combattere a mani nude contro lo stormo di uccelli, o magari una corsa spericolata in macchina mentre i pennuti li attaccano da ogni parte, mi spiace, il caro Hitchocock invece ha preferito creare questa stupenda scena "lenta", ricca di tensione e suspense, chiudendo poi con una stupenda inquadratura fissa che riprende l'auto allontanarsi, mentre lo stormo di uccelli resta immobile come fossero all'interno di un quadro. 





DEAD MAN - Jim Jarmusch (1995) 

Con in sottofondo il suono della chitarra di Nei Young vediamo Depp arrivare in una piccola cittadina e attraversare lentamente la via principale, tra prostitute, ubriaconi, becchini, cacciatori di pelli e pile di teschi di animali.  Questa pellicola, ma anche solo questa scena iniziale, vale più di tutto il remake dei "Magnifici 7", pellicola che tanti hanno acclamato per il fatto che nel trailer vediamo esplosioni, gente che spara mentre fa capriole in aria e tizi che vanno a cavallo come se stessero andando in moto. 




LA RAGAZZA CHE SAPEVA TROPPO - Mario Bava (1963) 

In questo stupendo Thriller, firmato Mario Bava, vediamo la protagonista salire le scale di un palazzo, attraversare un lungo corridoio pieno di stanze vuote e seguire una voce che arriva dall'ultima stanza. 
Una scena di suspense di ben quattro minuti, che gioca tutto sulle inquadrature, sulla fotografia, sul suono del vento e su di una voce registrata che echeggia nell'aria. 




VAMPYR - Carl Theodor Dreyer (1932)

E' una scena di ben quattro minuti, dove vediamo il protagonista assistere alla propria sepoltura. 
Tutto è girato in maniera lenta, dettagliata e soggettiva, facendo così sentire lo spettatore al posto del cadavere: il soggetto è all'interno della cassa, immobile e con gli occhi aperti, viene tappato dal coperchio della bara, poi vediamo il becchino che lentamente stringe le viti ai lati della casa, la bara viene caricata sulle spalle di quattro uomini e viene portata fuori, attraverso una piccola finestrella di vetro (posta all'altezza del volto della salma) assistiamo in prima persona al viaggio del morto: il soffitto della stanza, il campanile di una chiesa, rami di alberi pieni di foglie, un cielo nuvoloso e poi l'arrivo alla fossa, tutto accompagnato solamente da un suono di campane in lontananza. 



Nessun commento:

Posta un commento