martedì 11 ottobre 2016

LA RUNA - LA RECENSIONE





















CARTOMANZIA, FEDE E MAGIA NELLA NUOVA WEB SERIES DI FABIO MANGRONI. 

TRAMA:


Nel giorno del solstizio d’estate, nella piccola cittadina di Trempu, due Rune vennero donate.
Minerva (Giulia Scanu) e Iride (Claudia Vacca) si contenderanno le vite di due innocenti persone giocando con la sorte. L ’arrivo di Nicolay (Nicola Virdis) alla cittadina cambia le carte in tavola, ben presto Minerva e Iride si accorgeranno di essere in mezzo a qualcosa di più grande. Le Amaia hanno dato inizio al Rituale.
Madame de la Croix chiederà aiuto a Minerva e le farà da guida per fermare il rito.






















LA RECENSIONE: 

Fabio Mangroni ama la sua terra (cioè la Sardegna), ama le sue location, le sue tradizioni e le leggende che essa nasconde, quindi decide di rubare le parti migliori che la sua isola conserva e di regalarci una web series che si alterna tra magia, mistero e cartomanzia. 
La Runa, web series scritta e diretta da Mangroni, arrivata in finale al Roma Web Fest 2015 ed entrata in selezione al Los Angeles Cine Fest, ci porta in un mondo buio, triste e misterioso, una sorta di bellissimo sogno (costituito da cinque micro episodi) dove le leggi del tempo e dello spazio sembrano non esistere più.
La serie di Mangroni  è un viaggio ipnotico fatto di strani personaggi misteriosi che sembrano essere usciti dalla penna di Tolstoj ma che, per sbaglio, sembrano essere finiti nell'ambientazione di un racconto di Edgar Allan Poe, con La Runa infatti abbiamo un mash-up che va dal cinema gotico a quello fantasy, dalla narrativa fantastica a quella popolare, dalla letteratura classica ai fumetti di Dylan Dog. 
Mangroni crea un'opera dove la messa in scena è assolutamente curata alla perfezione, i costumi, la fotografia e gli oggetti di scena (dalle lampade ad olio ai quadri alle pareti), sono la vera forza di questa web series.
In questo modo il regista riesce a dare vita ad un interessante produzione curata nei minimi particolari, una cosa che non si vede facilmente nelle opere indipendenti italiane (che siano corti o che siano web series), Mangroni sembra aver capito infatti che la differenza tra un'opera amatoriale e una indipendente sta proprio nel curare alla perfezione i piccoli dettagli, perchè questi senza dubbio faranno la differenze, ed infatti in questo caso la fanno e come. 
Mangroni ama i primi piani, i movimenti lenti di macchina e le inquadrature fisse, sa cogliere la poesia che che si cela dietro un qualsiasi oggetto inanimato, come un'altalena arrugginita, una scogliera buia o una chiesa in pietra, non è facile trovare un regista che riesca a trarre il meglio da location naturali senza bisogno di ricorrere alla post produzione o alla ricostruzione artificiale. 
Molto belle le musiche composte da Antonio Manca, che già avevamo conosciuto per un'altra serie made in Sardegna intitolata "Quella Sporca Sacca Nera", da notare anche l'interpretazione di Giulia Scanu nella parte di Minerva e quella di Marina Sanna nel ruolo di Madame de la Croix, due donne completamente opposte che riescono a trasmetterci malinconia e solitudine solamente attraverso i loro bellissimi occhi neri. 
Faccio quindi i complimenti a Mangroni, alla sua squadra e ai suoi attori, con l'augurio e la speranza di vedere presto altri lavori sbarcare dall'isola Sarda, ancora una volta infatti abbiamo la dimostrazione che il cinema indipendente Sardo non ha voglia di restare con le mani in mano, ma vuole invece darsi da fare e far arrivare la sua voce a tutti. 




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