venerdì 10 luglio 2015

I NUOVI COMPOSITORI ITALIANI - INTERVISTA AD ANTONIO MANCA

























UN VIAGGIO NEL MONDO MUSICALE DEL NUOVO CINEMA INDIPENDENTE ITALIANO. 

Antonio Manca è un compositore di 23anni, ha iniziato la sua esperienza in età adolescenziale, scrivendo le musiche di scena di ben quattro opere teatrali. Nel 2014 si avvicina al mondo del cinema e inizia a lavorare con la casa di produzione cinematografica indipendente "Pulp R Studio", per la quale scrive il tema musicale della Web Serie "Quella Sporca Sacca Nera", di Mauro Aragoni, ottenendo anche una nomination per la miglior colonna sonora al Vancouver Web Festival.  Con lo stesso regista lavora ai cortometraggi horror "Pavor Nocturnus 2" e "Born From Blood". Ultimamente sta lavorando alle musiche di due corti, una spy-story chiamata "Vedova Nera", per la regia di Fabio Magroni e a un horror intitolato "Bloody Snow", diretto da Alessio Cuboni.

























L'altro giorno io e Antonio abbiamo fatto quattro chiacchiere a proposito dei suoi gusti musicali, cinematografici e di come sia fare il compositore di colonne sonore nel mondo del cinema indipendente. La nostra chiacchierata era nata dal fatto che essendo entrambi grandi fan di Ennio Morricone, ci entusiasmava il fatto che adesso il maestro scriverà dei nuovi temi, completamente originali, per il nuovo western di Quentin Tarantino. Come due ragazzini euforici ci siamo messi a parlare dell'argomento e tra una chiacchiera e l'altra è venuto fuori questo:

- Oltre a Morricone, quali altri compositori ti piacciono? 

Tantissimi... Howard Shore, Jerry Goldsmith, Danny Elfman, moltissimo James Newton Howard, quello che lavora con Shyamalan!!  Non so se ti piace il genere... e poi tra gli italiani mi piace Ortolani e un compositore giapponese che  è Akira Yamaoka, quello di Silent Hill. 

- Yamaoka piace molto anche a me. 

E' un genio 

- Sono d'accordo. E invece nella musica "popolare" hai degli artisti che ti ispirano? 

Popolare intendi rock, pop. etc.?

- Si esatto. 

Paul McCartney, Elton John.. un gruppo che mi piace molto e che mi ispira parecchio sono gli Alan Parsons Project.. ma anche gli Emerson Lake and Palmer e i King Crimson, poi ho una predilezione per i Beatles. 

- Il rock classico quindi. 

Si assolutamente. I miei due miti sono Elton John e Paul McCartney (poi se Paul è veramente morto chi se ne frega ahahaha).

- Ma di solito come componi? Cioè, ci sono compositori che seguono le direttive dei registi, altri magari si incontrano con loro e cercano di discuterne, oppure fai come Carpenter, che si chiude in una stanza, proietta le immagini su di una parete e improvvisa? 

No non improvviso mai, prima ne parlo con il regista per sapere esattamente cosa vuole.. il problema di quando hai troppa libertà è che poi magari fai una cosa che a te piace moltissimo ma non è nelle corde del regista o dei produttori, invece il confronto è sempre fondamentale... nel senso che magari il regista ha un'idea precisa e poi tu ci metti del tuo... poi oggi i registi sono molto più competenti in materia musicale, hanno già un'idea precisa e poi tu ci metti del tuo, sanno già cosa vogliono in termini di sound e anche sulle scelte strumentali a volte. Se ne discute sempre insieme... va beh dai lo ammetto, a volte mi siedo e improvviso, però poi ci lavoro parecchio sulla partitura. 

- Lo immaginavo, la voglia di improvvisare per un musicista è troppo forte eheheheh. 

Infatti si ahahh! Sono degli sfoghi che ho spesso e volentieri, non posso negarlo.

- Cosa usi per registrare e per comporre? Synth, tastiere, computer, pianoforte, chitarra acustica ecc....?

Si, pc, librerie, tastiere.... per comporre faccio al pianoforte e a volte neanche lo uso, scrivo a tavolino e poi solo dopo vado al pianoforte.... in genere faccio così. Mi sforzo di avere già dall'inizio un'idea chiara dell'orchestrazione, per esempio, adesso ho terminato le musiche di una spy story di Fabio Mangroni (M.y Produzioni), "La Vedova Nera", dove l'approccio è stato tra il jazz, lo stile di Lalo Schifrin e certi stilemi action che Fabio mi ha chiesto. Però in tutto questo, anche con una orchestrazione variegata (ci sono percussioni tribali, organo hammond, chitarra elettrica etc.) la struttura portante è il pianoforte, il resto fa da contorno, come nelle canzoni di Elton John.

- Pensi che il computer e le librerie midi abbiano rivoluzionato il mestiere del compositore? oppure lo anno un pò semplificato? Nel senso che adesso con un computer anche un ragazzino di 15anni può fare il compositore, senza bisogno di conoscere la musica. 

Guarda ti do il mio parere: secondo me è stato semplificato molto con il midi, le librerie, i campionamenti etc... però rimane un fatto: che nonostante questo, si sente subito chi la musica la scrive e chi no, nel senso che non bastano i VST per fare musica.. almeno questo è il mio pensiero. 

- Quindi pensi che conoscere la musica sia la prima cosa da fare per iniziare a farla? 

Eh si, assolutamente. 

- Sono abbastanza d'accordo con il tuo ragionamento. 

Uno la musica deve studiarla, analizzarla, etc... Come per essere un romanziere è necessario conoscere tanti libri di altri autori, il saggio di Stephen King sullo scrivere (on writing) per me è stato ed è un manuale di composizione, perchè alla fine i meccanismi sono uguali. 

- Certamente. Senti, passiamo ad un'altro argomento ora: c'è stato un film nel 69 che ha rivoluzionato il modo di comporre le colonne sonore, perchè usava solo brani di gruppi e di cantanti di quegli anni, parlo di Easy Rider. Con il passare del tempo si è diffusa sempre di più questa moda di usare canzone pop o rock per realizzare colonne sonore, tu useresti questo metodo o preferisci comporre temi originali tuoi? 

Eh ma quello dipende dal regista e dalla produzione, sono loro che decidono come impostare la colonna sonora... io ovviamente preferisco la musica originale, ma spesso molti registi credo non vogliano rischiare e preferiscono montare dei pezzi preesistenti, altre volte è per esigenze artistiche, come nei film di Tarantino, altre volte ancora il regista monta dei pezzi preesistenti e chiede al compositore di rifarsi a quelli.... Mi hai fatto venire in mente anche Il Laureato con Dustin Hoffman. 

- Esatto, pensavo anche a quello. Però l'idea di usare delle canzoni pop, come per Il Laureato o Easy Rider era nata per mancanza di soldi, adesso sembra strano ma è il contrario, spendi magari di meno a pagare un compositore che a pagare i diritti d'autore di un pezzo pop. 

Si, secondo me è per la paura di rischiare con una colonna musicale completamente originale. Da poco Morricone ha detto che molti registi hanno paura che le musiche originali che lui scrive possano avere più successo del film, fino ad oscurarlo.. non gli do torto. 

- Già, nemmeno io. Però parlando del mondo in cui lavori tu, cioè quello delle piccole case produttrici indipendenti, come la Pulp R Studio, quelle realtà possono dare più spazio e libertà ad un compositore? (Al contrario di una grossa produzione) 

Mmm quello non credo dipenda dal tipo di casa produttrice, indipendente o meno che sia, dipende dalle volontà dei registi e dagli esiti delle musiche sul film, credo. Però si, a me hanno dato la giusta libertà che mi serviva, anche se come ho detto prima: oggi un regista sa già cosa vuole in termini musicali, quindi apparentemente il compositore ha meno libertà, quando invece può comunque trovarsela da se nelle sperimentazioni che fa e che sono del tutto personali, ovviamente parlo delle esperienze che ho avuto io, anche nel teatro. 

- Parlando di cinema, quale è il genere che ti piace più musicare? 

Ahaha sono agli inizi quindi ancora non lo so esattamente, però ti dico che mi trovo benissimo con l' horror, anche perchè sono un appassionato di quel genere. 

- Lo immaginavo, comunque ami il cinema di genere. 

Assolutamente si. Anche ne "La Vedova Nera", che non è un horror, ho scritto dei pezzi tensivi in cui ho potuto sfogare questa mia passione. 

- Aspetto di vederlo per farci la recensione. 

Lo vedrai tra poco,  dovrebbe uscire a breve. 

- Comunque non deve essere facile fare una colonna sonora horror, anche perchè l'horror è uno tra i generi più difficili che ci sia, perchè si basa molto sulla musica, la scenografia, la fotografia e la regia, è forse uno dei genere più completi che ci sia.

Si. Molti dicono che scrivere musica per un film horror è facile perchè basta infilarci dentro una manciata di dissonanze e due cluster di pianoforte, non è così per niente. Anzi, è molto difficile gestire la tensione e sopratutto scrivere qualcosa di unitario e coerente senza necessariamente ricorrere a temi orecchiabili, io provengo dalla musica classica e contemporanea, quindi quel mondo si associa bene con l'horror, pensiamo a Kubrick e Ligeti... 


-Uno bravo a comporre temi che alimentavano la tensione era Bernard Herrmann, il compositore di Hitchcock. 

Si mi sono dimenticato, anche lui è uno dei miei preferiti. Si, forse il più grande nel genere, Psycho è un capolavoro, le musiche erano innovative ed estremamente funzionali. 

- La musica classica come dicevi tu si presta molto al genere horror, penso a "Toccata e Fuga in Re minore" di Bach. 

Si, in particolare mi piace come Kubrick ha inserito pezzi contemporanei e sperimentali di Ligeti e Penderecki in Shining. 

- Vero. 

Alla fine è musica classica del '900 che diventa funzionale alla creazione di una tensione, in un horror un compositore che mi piace molto e che scrive seguendo questa linea è Christopher Young. 

- Ah! certo, quello che ha fatto la colonna sonora di Hellraiser, Nightmare ecc...


Yes, un grande anche lui ahahah. 

- E poi ha fatto anche la colonna sonora di un cult horror degli anni 80 che era "Morte a 33 giri", interamente composta da brani di gruppi Heavy Metal dell'epoca. 

Eh si! Stai parlando con uno che è super appassionato di cinema anni 80 e 90. Anche Howard Shore, l'insospettabile e grandissimo Howard Shore, prima del Signore degli Anelli era un professionista nel genere Horror e Thriller, da Seven ai film di Cronenberg!  

- Gli 80 sono stati il periodo in cui sono nate le prime case produttrici indipendenti, che sfornavano pellicole a basso costo e che poi con il tempo sono diventati dei cult. Pensi che il mondo del nuovo cinema indipendente che gira su internet, come le web series, possa essere un nuovo modo di dare vita ad un tipo di cinema diverso da quello delle commedie italiane e del cinema d'autore? 

Assolutamente si. Credo che corrispondano alle case di produzione degli anni 80, di cui parlavi tu, che però usano il più potente mezzo di questi tempi, ovvero la rete. Ci sono tantissimi registi di grande talento che iniziano sul web mettendosi in gioco senza pretese economiche e spendendo di tasca propria per la sola passione che hanno per il cinema, mentre dall'altra parte spesso e volentieri le grandi case di produzione chiudono le porte ai talenti emergenti, magari producendo commedie di basso livello, volgari e senza reali contenuti artistici. Spesso succede. 

- La penso esattamente come te. 

Poi ci sono sempre i produttori intelligenti, ma se pensiamo a come era il cinema italiano degli anni 60 e 70 e come è ora...


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