martedì 31 marzo 2015

ADRENALINE - UN NUOVO MODO DI FARE CINEMA






















SANGUE, AZIONE E ADRENALINA PER UN PROGETTO MOLTO ORIGINALE.


Adrenaline è un progetto cinematografico di Daniele Misischia che comprende 10 episodi diretti da 10 registi diversi, una specie di compilation dell'action-thriller, un progetto nuovo, originale e che può servire a lanciare un nuovo modo di fare cinema in Italia.

Da anni ormai il cinema italiano è un cinema piatto, vuoto, ripetitivo e privo di originalità, non abbiamo più un cinema di genere, non siamo più capaci di creare film originali, non abbiamo il coraggio di sperimentare e cercare nuove strade, siamo solo capici di produrre commedie su commedie, del tutto inutili e prive di senso.
Finalmente però, grazie ad internet, alle web series che cominciano a girare, ai piccoli festival che cominciano a nascere, sembra che ci possa essere la possibilità di creare una vera scena cinematografica indipendente, un nuovo tipo di cinema che possa diventare la vera alternativa a tutta quella merda che appesta le nostre sale cinematografiche(questo comprende anche le pellicole Americane).
Adrenaline è senza dubbio il progetto che può dare il via a tutto questo, la nascita di una scena cinematografica underground e di piccole case produttrici indipendenti saranno le uniche chance che avremo per far rinascere un nuovo tipo di cinema, spero veramente che questo progetto possa essere un piccolo tassello di qualcosa che con il tempo può diventare sempre più grande.

10 REGISTI PER 10 STORIE: 

Encore” di Ivan King
Un gruppo di ragazzi si sfida in un gioco mortale senza rendere noto il motivo. La verità verra fuori sono alla fine quando forse sarà troppo tardi.

Aoh!” di Michela Fornaci
I giovani romani Simone e Davide sono in macchina con le rispettive ragazze, diretti a una festa fuori città. Purtroppo la spensieratezza del gruppo si trasforma in tensione quando dal bagagliaio della macchina provengono strani rumori. Forse Davide è l’unico a sapere di cosa si tratti.

Light Night” di Steven Renso
Nicolas è un ex agente governativo la cui vita si trasforma in un incubo quando il Governo mette una taglia sulla sua testa per impedire che importanti informazioni vengano diffuse compromettendo la sicurezza nazionale. L’agente sarà costretto a mettersi in fuga diffidando di tutti coloro che incontra.

Devil On The Road” di Daniele Misischia
Tony è un criminale e sulle sue tracce si mette un uomo misterioso in cerca di vendetta. Solo uno dei due si salverà, mentre l’altro finirà all’inferno.

Arturo e Adelina alla conquista dell’amore” di Riccardo Camilli
Arturo si ferma con l’auto vicino alla prostituta Adelina perché, essendo suo amico e vicino di casa, vuole salutarla prima di partire per Oslo. Adelina vuole salutarlo a modo suo ma a Tuco, il suo protettore, non sfugge mai nulla ed è sempre in agguato.

Roughonium” di Cristiano Ciccotti
Una squadra di contractor ha il compito di trasportare una misteriosa valigetta e anche il suo proprietario. Scoperto il contenuto che stanno trasportando, i militari dovranno scegliere da che parte stare.

Niktorama” di Luca Baggiarini
Tre ladri fanno una rapina su commissione per un misterioso cliente. Quando i tre uomini lo incontrano dopo il colpo, si ritrovano in una situazione inaspettata.

Neo Sekigun – The New Red Army” di Paolo Del Fiol
Episodio che si concentra sull’amicizia fra due donne: la leader di un movimento rivoluzionario di estrema sinistra e una giornalista francese che si trova nella Palestina degli anni ’70.

Iris” di Giacomo Gabrielli
Una storia di ansia, violenza e perversione raccontata in soggettiva da una ragazza e dal suo assassino.

Evil Angels” di Lorenzo Ciani
Due donne sono state brutalmente uccise e, poiché il serial killer non è stato ancora catturato, la sfilza di omicidi potrebbe continuare se qualcuno non riuscirà a fermarlo.


IL TRAILER UFFICIALE: 





giovedì 26 marzo 2015

RUSS MEYER - TRA SESSO E VIOLENZA





























Violenza, sesso, corse in auto, donne spietate e dalle forme prosperose.

Nato in California il 21 marzo del 1922 e morto il 18 settembre del 2004, Russ Meyer, è stato uno dei più grandi e spesso censurati registi del cinema d' exploitation, in particolare del sexploitation, genere che ai suoi tempi veniva molto sottovalutato non che snobbato da un certo tipo di critica.

Proiettato nei famosi Grindhouse, i celebri cinema dove venivano fatte intere maratone di film di serie-b, spettacoli di burlesque e proiezioni di pellicole pornografiche, il cinema d'exploitation diventò uno dei generi più proliferi durante tutti gli anni sessanta e settanta.

LO STILE DI MEYER:

Gli ingredienti dei dei film di Meyer e del genere sexploitation erano molto semplici: violenza spietata, esibizionismo femminile, corse in auto, personaggi inclini al razzismo, poliziotti impotenti e belle donne dai grossi seni. Meyer, con il suo stile inconfondibile ed originale, è riuscito con gli anni a diventare una vera e propria icona di un certo tipo di cinema, riuscendo con astuzia e ingegno a mescolare vari stili e generi diversi tra loro, come la pornografia, il pulp, il dramma, la satira, lo stile pop e lo stile cartoonesco. Nel 1965 avviene l'incontro con quella che diverrà l'icona del cinema d'explpitationTura Satana, attrice con la quale girerà il suo film più famoso "Faster Pussycat, Kill! Kill!"

TURA SATANA: 

Andrebbe fatto un articolo a parte (e forse lo farò) per descrivere questa icona del cinema di genere. Nata in Giappone da padre nipponico e madre di origini metà cheyenne e metà irlandesi, si trasferisce a Chicago con la famiglia (dove fu vittima di uno stupro a soli nove anni), a 13 si sposò e divorzio qualche mese dopo , fu il capo di una gang femminile, fece la venditrice di sigari, la ballerina di burlesque ed infine diventò un' attrice ed un'icona del cinema di serie b.

russ meyer

10 PELLICOLE PER RICORDARE RUSS MEYER E IL CINEMA SEXPLOITATION: 


The Immoral Mr Teas - 1959 


E' il film che ha dato il via al genere nudie-cuties, una stravagante pellicola che ci racconta la storia di un timido e impacciato rappresentante di dentiere che, dopo un intervento oculistico, acquista il dono della vista a raggi x. 
E' una pellicola a bassissimo costo, un film che mescola commedia, erotismo e il mondo della psicanalisi freudiana. 
































Wild Gals of the Naked West - 1961 

E' una pellicola dai toni cartooneschi e fumettistici, un film che mescola genere western, erotismo e commedia. In questa opera seguiamo le vicende di una stravagante cittadina del selvaggio west, un luogo pieno di giocatori d'azzardo, pistoleri che non fanno altro che sfidarsi in interminabili duelli, prostitute che catturano i loro clienti al lazzo e indiani armati di bazooka.


























Lorna - 1964  

Lorna è uno dei capolavori di Meyer, un dramma ambientato nel profondo sud statunitense che, come disse il regista, trova la sua ispirazione nel cinema neorealista italiano. 
E' una pellicola girata con un bellissimo bianco e nero, un film che sembra iniziare come un rape revenge ma che si conclude in una storia d'amore, spiazzando così completamente il pubblico e lasciandogli dentro una grande amarezza. 






























Mudhoney - 1965 

E' il secondo capolavoro del regista (per alcuni anche il suo miglior film), una pellicola che si ispira a Furore di John Ford e che a sua volta ha ispirato il nome della famosa band grunge di Seattle degli anni 90. 
Sempre con una stupenda fotografia in bianco e nero, Meyer, ci racconta una storia fatta di violenza, gelosia e adulterio, che finirà per sfociare in un drammatico e atroce finale. 





Motorpsycho - 1965 

E' una storia di biker dove Meyer questa volta mette da parte l'erotismo e si concentra invece sull'azione, sul dramma e sui traumi mentali dei reduci del Vietnam. 
Un film che anticipa "Easy Rider" di Hopper, ma che sembra anche prendere ispirazione dal famoso film con Marlon Brando "Il Selvaggio". 

































Faster, Pussycat! Kill! Kill! - 1965 

E' forse il film più conosciuto e amato del regista, una pellicola che riprende lo schema del precedente Motorpsycho, ma dove questa volta, al posto di tre motociclisti, troviamo tre bellissime ballerine dalle forme provocatorie, le quali, si divertono a girare con le loro auto da corsa nel deserto e a tormentare giovani coppie. 





























Mondo Topless - 1966 

E' una sorta di documentario ambientato sulle spiagge della California. In questa pellicola, fatta per il circuito dei drive in, vediamo un gruppo di spogliarelliste (sempre armate di grosse tette) ballare nude e raccontare fatti della loro vita. 



Vixen - 1968  

In questo film seguiamo le vicende di una ninfomane di nome Vixen, la quale, si diverte a scatenare i sui impulsi sessuali con chiunque gli capiti a tiro. Vixen inaugura il periodo pop del regista e anche quello più spinto (infatti la pellicola è forse quella che dette più problemi di censura a Meyer). 


























Lungo la valle delle Bambole - 1970 

E' considerato da Meyer stesso "il suo capolavoro", un film che per la prima volta vede il regista lavorare sotto una grossa major, una pellicola che mostra il vero talento di Meyer alla regia, il quale, riesce a raccontarci una vera storia fatta di "sesso, droga e rock n roll". 




























Le deliranti avventure erotiche dell'agente speciale Margò (1976) 

E' un film completamente fuori dagli schemi, una pellicola dove questa volta Meyer spinge veramente il piede sull'acceleratore e porta il tutto a delle situazioni paradossali che mescolano: scene di karate, sosia di Hitler, scene erotiche e scene lesbo, humor nero, suoni cartooneschi e violente scene splatter (in poche parole tutto quello che un vero amante del genere cerca). 
























venerdì 20 marzo 2015

WILD - LA RECENSIONE























REESE WHITERSPOON NEI PANNI DI UNA ESCURSIONISTA DILETTANTE CHE CERCA DI SCAPPARE DAL PROPRIO PASSATO. 

TRAMA: Con la fine del suo matrimonio e la morte della madre, Cheryl Strayed (Reese Witherspoon) ha perso ogni speranza. Dopo anni di sconsiderato comportamento autodistruttivo, finisce con il prendere una decisione avventata. Senza nessuna esperienza alle spalle e mossa da grande determinazione, Cheryl si imbarca in un'impresa più grande di lei: percorrerà da sola le oltre mille miglia di montagne del Pacific Crest Trail.






















Tratto dal libro di memorie di Cheryl Strayed, intitolato: Wild - Una storia selvaggia di avventura e rinascita, diretto dal regista di Dallas Buyers Club, il canadese Jean-Marc Vallèe, ed interpretato da una bravissima Reese Whiterspoon e una stupenda Laura Dern.


RECENSIONE: 

Devo ammettere che la Whiterspoon negli ultimi anni sta veramente dimostrando di valere molto di più di quello che voleva farci credere Hollywood, questo film ne è l'ennesima prova.
Si tratta di un'opera diretta dal regista di Dallas Buyers Club, il quale è riuscito ad intrecciare alla perfezione drammaticità, avventura, sentimento e stupendi scenari naturali. Molti potrebbero pensare che sia una versione al femminile di "In To the Wild", ma si sbagliano di grosso, al contrario del film di Sean Penn la protagonista non ha avuto sempre tutto dalla vita, come invece succede al personaggio interpretato da Emile Hirsch.
Cheryl ha vissuto una vita dura, difficile, fatta di eventi ed episodi drammatici: come la morte della madre, il divorzio dal marito, i problemi con la tossicodipendenza ecc... Tutti episodi che scontrandosi uno contro l'altro creeranno una specie di effetto domino, che porteranno la protagonista prima alla morte e poi alla rinascita. Il titolo del film può senza dubbio trarre in inganno, il termine "Wild" non fa assolutamente riferimento alla natura selvaggia dove la protagonista decide di avventurarsi, ma si riferisce a tutto quello che lei ha vissuto nel mondo civilizzato, quello è il vero mondo selvaggio, fatto di dolore, odio e rancori. Durante il film potremo notare che più la protagonista va avanti nel suo cammino, più lo spettatore andrà in dietro nel suo passato, ricostruendo un collage di eventi e ricordi che lo lasceranno a bocca aperta.



venerdì 13 marzo 2015

VIZIO DI FORMA, UN GIALLO MOLTO INCASINATO - LA RECENSIONE













UN GROSSO "CAOS CALMO" DIRETTO DA PAUL THOMAS ANDERSON E INTERPRETATO DA UN JOAQUIN PHOENIX IN CHIAVE HIPPIE.

TRAMA: Quando la vecchia fiamma del detective privato Doc Sportello si presenta inaspettatamente raccontando la storia del suo attuale compagno, il miliardario proprietario terriero del quale è innamorata, e delle trame di sua moglie e del suo ragazzo nel tentativo… beh, facile a dirsi per lei. Siamo alla fine degli psichedelici anni ’60 e la paranoia è all’ordine del giorno e Doc sa che “amore” è un’altra di quelle parole in voga in quel momento storico, come “trip” o “groovy”, che vengono usate a sproposito - solo che questa di solito porta guai.

















Dopo "Il Petroliere" e "The Master", il regista statunitense Paul Thomas Anderson, porta sul grande schermo il romanzo dello scrittore postmoderno Thomas Pynchon, con un cast che comprende: Josh Brolin,Owen Wilson, Reese Witherspoon, Benicio del Toro, Martin Short e uno stupendo Joaquin Phoenix nei panni di un investigatore privato acconciato come Neil Young. 


RECENSIONE: 

Bisogna ammettere che Anderson non è proprio un regista per tutti, è facile che divida il pubblico, visto che usa uno stile molto lento sia nelle scene di movimento che nei dialoghi.
Questa pellicola infatti possiamo dire che è in pieno stile Anderson, ha un ritmo lento e una durata veramente lunga, possiamo quasi dire che è un'opera diesel, ci mette un po' a partire, ma quando parte è veramente allucinante. Il film viene narrato da una voce fuori campo, ma non come in quei vecchi film noir degli anni cinquanta, è una voce dolce ma malinconica, sensuale ma innocente, che ci trascina in questa assurda storia composta di personaggi ancora più assurdi. Anderson non sembra chiedere allo spettatore di seguire la vicenda e la sua logica, ma sembra quasi che chieda di lasciarsi trasportare direttamente dalla storia, come fosse una favola. Ogni personaggio è assolutamente caratteristico e costruito alla perfezione, soprattutto il personaggio di Phoenix, che oscillando tra il malinconico e l'umoristico, crea un vero e proprio anti eroe che potrebbe anche diventare una leggenda. Molto belle le scenografie, i costumi e l'ottima colonna sonora in chiaro stile anni sessanta. Come ho detto prima sono sicuro che questa pellicola dividerà sicuramente il pubblico, ci sarà chi la amerà e chi la odierà, ma a mio parere sarà sempre meglio che passare inosservato.




giovedì 12 marzo 2015

BACK IN TIME, IL DOCUMENTARIO SU RITORNO AL FUTURO - IL TRAILER




















IL DOCUMENTARIO REALIZZATO PER I 30ANNI DELLA CELEBRE PELLICOLA DI ROBERT ZEMECKIS. 

E' nato tutto dall'idea di un semplice fan di nome James Aron, il quale ha deciso di omaggiare la storica pellicola (che proprio ad ottobre compirà 30anni) con questo stupendo documentario che raccoglie interviste, aneddoti e molto altro ancora.
Il progetto è stato realizzato grazie alla ormai famosa tecnica del Crowdfunding, che negli ultimi anni sta veramente spopolando tra le giovani produzioni indipendenti. Il documentario, intitolato Back in Time, uscirà il 21 ottobre 2015 (data significativa per gli appassionati del film) e ci racconterà la

storia di questa ormai celebre trilogia, attraverso interviste fatte a Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Lea Thompson, Robert Zemeckis, Alan Silvestri e tanti altri ancora.
Il progetto è ancora in fase di produzione e chi volesse aiutare il regista con una piccola donazione può farlo andando sul sito indicato qua sotto:

KICKSTARTER





Qui Potete vedere il Trailer: 


mercoledì 11 marzo 2015

TUSK, IL NUOVO HORROR DI KEVIN SMITH - LA RECENSIONE


















TUSK: UN FILM CHE MESCOLA CINEMA HORROR, UMORISMO E UOMINI TRICHECO.

TRAMA: 
Specializzato nel raccogliere strane storie da personaggi bizzarri per il suo popolare podcast, il giornalista radiofonico Wallace viaggia verso il Manitoba per incontrare un vecchio marinaio, in sedia a rotelle, che sostiene di essere stato salvato da dei trichechi dopo un naufragio. Presto si renderà conto dell'insanità mentale del suo ospite, che lo rapisce per effettuare su di lui strani esperimenti.

























E' un'opera inquietante e allo stesso tempo ironica, diretta dal grande Kevin Smith e che ha tra i suoi protagonisti attori come Michael Parks, Justin Long e Johnny Deep. La pellicola è la prima di una trilogia intitolata "True North Trilogy", che proseguirà con altri due film intitolati Yoga Hosers e Moose Jaws. 


RECENSIONE: 

Dopo Red State, pellicola che aveva lasciato tutti a bocca aperta, il grande regista nerd, amante dei fumetti e appassionato della saga di Guerre Stellari, riesce di nuovo a stupirci con una nuova opera dai toni horror, grotteschi e comici. Partiamo dal cast: le due punte di diamante del film sono senza dubbio l'attore Michael Parks (già apparso nel precedente Red State) e il fantastico Johnny Deep, che a mio pare ci regala la sua migliore interpretazione degli ultimi 10anni, unico punto debole forse è l'attore Haley Joel Osment, che risulta quasi inutile nella sua interpretazione, diciamo che se ci fosse stato un qualsiasi altro attore al suo posto non se ne sarebbe mai accorto nessuno. Un'altro punto interessante è certamente l'umorismo, che Smith riesce sempre a mettere in evidenza usando quei fantastici dialoghi che sono diventati ormai il suo marchio di fabbrica. Ma il film non è solo battute e dialoghi, infatti è anche un'opera dai toni horror che riesce a scioccare e inorridire lo spettatore, molto meglio di qualsiasi altra stupida pellicola di Hollywood dai costi astronomici e dall'uso esagerato della computer graphic. Smith con questa opera dimostra senza dubbio anche una maturazione artistica e personale, ci fa capire che non vuole essere etichettato a vita come il nerd amante di Guerre Stellari e ce lo fa capire proprio usando il protagonista, il quale in un momento del film, parlando con la sua ragazza dichiara "facevo stupide battute su Star Wars e non potevo pagarmi le bollette". 
Smith dimostra anche di essere un regista che sa adattare le sue storie ai tempi che vivono, infatti, in questa pellicola riesce ad inserire contesti attuali come l'uso eccessivo di Internet, dei cellulari e la passione delle persone per gli stupidi video di Youtube, che sono diventati ormai un vero e proprio fenomeno di massa. Possiamo dire che ancora una volta il caro Kevin non ci ha affatto delusi e aspettiamo con ansia i prossimi due capitoli di questa stupenda trilogia.



domenica 8 marzo 2015

WIM WENDERS SVELA LE REGOLE PER GIRARE IL FILM PERFETTO, IN UN SPOT DELLA STELLA ARTOIS





















In questo spot pubblicitario della Stella Artois, la celebre birra Belga, il regista tedesco Wim Wenders (anche se in maniera molto ironica) ci spiega i segreti per girare la pellicola perfetta.  

LE REGOLE: 

- Come prima cosa, dovete trovare un bel titolo.

- Secondo, ricordatevi che la continuity è sopravvalutata. D'altronde, basti vedere proprio Il cielo sopra Berlino e il suo evadere le convenzioni narrative più tradizionali. 

- Evitate di lavorare con degli animali. Non fanno mai ciò che volete facciano.

- Rispettate gli attori: il loro lavoro è 10 volte più pericoloso del vostro.

- Non quotate altri film. Non raccontate storie che altri potrebbero raccontare meglio. Non girate un Western se non vi piacciono i cavalli.


- Non innamoratevi dell'attrice protagonista.

- Tenete in mente che anche le altre persone potrebbero avere buone idee. Forse.

- Aspettate sempre altri 5 secondi prima di dare lo stop. Non si sa mai.

- Infine, la regola più importante di tutte: non esistono regole. 


LO SPOT DELLA STELLA ARTOIS 


mercoledì 4 marzo 2015

WE ARE THE BEST! - LA RECENSIONE






















UNA STUPENDA COMMEDIA SVEDESE PER TUTTI QUELLI CHE RIMPIANGONO L'ADOLESCENZA.

TRAMA: 
Stoccolma, 1982. Bobo, tredici anni, affronta con una certa intraprendenza la propria adolescenza inquieta. La sua amica del cuore è la coetanea Klara, con la quale condivide una fiera marginalità rispetto agli altri compagni di scuola. Bobo suona il basso e Klara la batteria, amano il punk, vorrebbero una band tutta loro. La svolta avviene quando conoscono Hedvig, bravissima a suonare la chitarra (classica). La convertono al rock e a tagliarsi i capelli suscitando l’ira della madre e finalmente, suonano. Il loro motto è: “Il punk non è mai morto”. Sono inseparabili, finché incontrano un ragazzo già affermato nell’emergente giro “rockettaro” della città, e del quale si invaghiscono sia Bobo che Klara.

 E' una bellissima commedia, che come sempre arriva con qualche annetto di ritardo nel nostro paese. Un film dove le protagoniste sono tre piccole tredicenni che riescono a trovarsi perfettamente a loro agio nei panni dei loro personaggi. 


LA RECENSIONE: 

Questa commedia è l'ennesima dimostrazione di come il cinema nordico stia sfornando sempre di più ottime pellicole e di come noi neanche ce ne rendiamo conto.
Questo film, anche se dagli schemi semplici, riesce a sotterrare tutte le stupide pellicole adolescenziali prodotte nel nostro paese. Le tre giovani protagoniste, che sembrano non curarsi affatto della cinepresa che le sta filmando, riescono con semplicità, naturalezza e senza alcuna inibizione a rende questa pellicola unica nel suo genere, con i loro atteggiamenti riescono a farci ridere, a farci provare tenerezza e a riportarci ai tempi dell'adolescenza. Per tutto il film le tre giovani punk riescono a farsi odiare veramente da tutti, si fanno prendere in giro a scuola, vengono ignorate a casa, discriminate alla sala prove e cacciate dal centro commerciale, così, riescono a trovare la loro felicità solo standosene tra loro e fregandosene di tutto e tutti.
Molto bella la regia, che usa una tecnica quasi amatoriale, con molti movimenti di macchina, inquadrature a campo lungo e zoom a non finire.
Per l'ennesima volta ci dobbiamo mettere con la testa sottoterra e renderci conto che non possiamo competere con queste pellicole.



SNOWPIERCER - LA RECENSIONE
















IL FILM CHE USA LA FIGURA DI UN TRENO PER SPIEGARCI LA DIVISIONE DELLE CLASSI SOCIALI NELLA NOSTRA SOCIETA'.

TRAMA: 
2031. Dopo il fallimento di un esperimento per contrastare il riscaldamento globale, una vera e propria Era Glaciale stermina tutti gli abitanti del pianeta. Gli unici sopravvissuti sono i viaggiatori che hanno lottato con tutte le loro forze per procurarsi un biglietto ed aggiudicarsi un posto a bordo dello Snowpiercer, un treno ad alta velocità che fa il giro del mondo e che trae energia da un motore in moto perpetuo. Questo treno è l’unico mezzo che garantisce la sopravvivenza, diventando un microcosmo di società umana diviso in classi sociali: i più poveri stipati nelle ultime carrozze; i più ricchi nei lussuosi vagoni anteriori. La difficile convivenza ed i delicati equilibri tra classi non potranno che sfociare inevitabilmente verso lotte e rivoluzioni.

 E' una pellicola di produzione per metà Coreana e per l'altra metà Statunitense, diretta dal regista Bong Joon-ho e interpretata da un cast stellare, che comprende Chris Evans, John Hurt, Ed Harris, Song Kang-ho e una straordinaria Tilda Swinton. 


LA RECENSIONE: 

 Non ci può essere niente di meglio della figura del treno, con i suoi compartimenti e i suoi vagoni divisi per classi, per rappresentare così al meglio la nostra società. Questa opera, uscita nel 2013 e quasi passata inosservata, non è altro che una perfetta rappresentazione della nostra società e di come essa debba essere per forza divisa in classi sociali. Non vi è modo di poter prendere il comando della società e pensare di poterla cambiare in meglio, per fare in modo che tale società venga cambiata va distrutta completamente e ricostruita da capo, solo in questo modo si potrà abolire la divisione delle classi sociali e creare un nuovo tipo di società. Questo è il messaggio(di matrice quasi Bakuniana) che il regista della Corea del Sud, Bong Joon-ho, ci fa arrivare attraverso la sua opera, dove riesce a mescolare perfettamente scene d'azione e critica sociale, il tutto avvolto da uno stupendo paesaggio fatto di neve e ghiaccio. All'interno del film troviamo un cast stellare, che si divide tra grandi nomi del passato e nuove stelle del cinema, senza dubbio i migliori sono la irriconoscibile Tilda Swinton e il serio e silenzioso Song Kang-ho, anche se bisogna riconoscere un'ottima interpretazione anche a Chris Evans, che molti di noi conoscevano solo per il ruolo di Capitan America. In poche parole definirei questa pellicola un'opera originale e innovativa, che riesce a far riflettere lo spettatore, senza però togliergli il piacere dei sanguinosi combattimenti o delle spettacolari scene ad alta velocità.