lunedì 18 aprile 2016

LUI E' TORNATO - LA RECENSIONE



LA COMMEDIA SATIRICA CHE CI MOSTRA COME L'ESSERE UMANO NON IMPARI MAI DAI SUOI ERRORI.

TRAMA:

Adolf Hitler si risveglia improvvisamente a sessantasei anni dalla sua supposta morte. Nella moderna Berlino, si ritrova senza guerra, senza un partito e senza Eva, e per di più circondato da un clima di pace, migliaia di stranieri e Angela Merkel. Contro ogni probabilità, deve ricominciare da capo e trova lavoro in televisione, dove tutti credono sia un comico…






















LA RECENSIONE:

Alternandosi tra film e reality in stile Borat, la pellicola di David Wnendt, tratta dall'omonimo romanzo di Timur Vermes, non è altro che uno specchio di noi stessi, della nostra società e di quanto poco le cose siano cambiate dal 1933.
Il film, che per la prima parte riesce a divertire lo spettatore e a fargli passare una gradevole ora sbeffeggiando il caro Adolf che si aggira per le città tedesche concedendo selfie e facendo domande alla popolo tedesco, si trasforma invece nella seconda parte, e in particolar modo nel finale, in una critica forte e spaventosa alla società del ventunesimo secolo, mostrando, tramite interviste a gente comune, quanto l'essere umano non abbia imparato niente dai propri errori del passato e di come sarebbe tranquillamente capace di ricommetterli.
"Lui è tornato" ci mostra un Hitler, che con i suoi discorsi e le sue idee, riuscirebbe ancora oggi a fare presa sul popolo bue intollerante e pieno di pregiudizi, un Hitler innamorato del mezzo televisivo, che ne capisce il potenziale mediatico e che ne critica però fortemente per i contenuti che esso trasmette, fatti solo di reality e di programmi di cucina, ama Internet e si commuove quando scopre Wikipedia, un Fuhrer che critica la destra tedesca, i conservatori, i neonazisti e che prova invece una strana simpatia per il partito dei Verdi.
Come ho detto prima per la prima parte del film ridiamo e ci divertiamo a prendere in giro un goffo Hitler, che non sembra trovarsi per niente a suo agio nel ventunesimo secolo, ma quando arriviamo alla seconda parte e udiamo le parole della vecchia ebra che trovandosi davanti il Fuhrer esclama "anche all'epoca all'inizio ridevano di lui", capiamo che forse non c'è proprio niente da ridere e che la nostra società è assolutamente pronta a ripetere gli errori della storia.




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