venerdì 15 aprile 2016

THE BOY - LA RECENSIONE

GLI AMERICANI E LA LORO PASSIONE PER I PUPAZZI E I LUOGHI COMUNI.

TRAMA:

Greta è una giovane americana che viene assunta come tata in un remoto villaggio inglese prima di scoprire che deve prendersi in realtà cura di una bambola a grandezza naturale che i genitori curano come fosse un bambino di otto anni, avendo perso il loro vero figlio...
























LA RECENSIONE: 

Ormai sembra che i registi americani dell'horror abbiano la fissa per due sole cose: le possessioni e i bambolotti inquietanti, battono sempre sui soliti due temi per andare sul sicuro e per assicurarsi la presenza di pubblico in sala.
La mania per le bambole di porcellana era nata qualche tempo fa con il film Annabelle, che il popolo del web e gli amanti dell'horror esaltarono fino alla nausea e allo sfinimento, credo che quello che è accaduto per la pellicola di John R. Leonetti accadrà anche per il film The Boy, di William Brent Bell; gli pseudo fan dell'horror correranno in massa a vedere il bambolotto di porcellana dal volto bianco che si muove solo quando non viene osservato, per poi scrivere sulle loro bacheche o nei gruppi di cinema quanto sia figa e terrorizzante questa trovata.
Il film a mio parere può superare sicuramente Annabelle, almeno per le scenografie e per la fotografia (che sono forse l'unico punto positivo di tutto il film), la storia sembra partire in maniera adeguata: una ragazza sola, una villa in stile gotico, due ricchi coniugi dall'aria inquietante e un bambolotto dal volto bianco latte che fa cose strane, il guaio è che più si va avanti più il film perde completamente la sua forza, il suo ritmo e il suo senso, trasformandosi sempre di più nel classico film di matrice Hollywoodiana che verrà dimenticato a fine mese e che ha una struttura uguale a tutte le altre pellicole del genere che ci vengono propinate dagli americani. Non c'è un tocco distintivo del regista, non c'è mai una vera idea originale o comunque qualcosa che esca fuori dai soliti copioni, che ormai sembrano essere scritti in scala, c'è sempre una ragazza nella parte della protagonista, ci sono sempre gli stacchi dei violini in crescendo e c'è sempre un inseguimento alla fine. A mio parere, anche  questa volta, ci vuole essere propinata la solita minestra riscaldata che cerca solo di sfruttare un classico stereotipo o luogo comune.



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