martedì 25 ottobre 2016

TRAIN TO BUSAN - LA RECENSIONE






















IL  NUOVO ZOMBIE - MOVIE DELL'ANNO ARRIVA DALLA COREA DEL SUD.

TRAMA:

Seok-wu è un manager finanziario separato dalla moglie: la piccola Su-an spesso si sente trascurata da lui e preferisce la compagnia della madre. Sul treno su cui viaggiano i due, per portare Su-an dalla madre che vive a Busan, sale una ragazza che riporta delle ferite strane sul corpo, simili al morso di un animale. Presto si trasformerà in zombi e sul treno per Busan si scatenerà l'inferno.






















LA RECENSIONE: 

C' è tutto un mondo che riguarda il cinema orientale (Cina, Giappone e Corea del Sud) di cui noi siamo completamente ignari e che continuiamo ad ignorare, ma che in verità ci sta veramente facendo le scarpe a tutti. 
Completamente distratti dal cinema Made in U.S.A fatto di cinecomics, remake, sequel e reboot, ci stiamo perdendo centinaia di pellicole originali e innovative che stanno spopolando in tutto l'oriente, rendendolo uno dei mercati più prolifici di tutta l'industria cinematografica mondiale. 
Train to Busan è sicuramente una di queste pellicole, una film veramente ben girato, ricco di suspense, azione, sangue, zombie e che si mette sotto le scarpe pellicole penose e ridicole come "World War Z". 
Il regista Sang-ho Yeon prende ispirazione dal cinema Romeriano, da quello di Carpenter e crea una pellicola di genere che ha al suo interno molto più di una semplice storia di zombie apocalittica, Sang-ho Yeon infatti usa il genere per mandare il suo personale messaggio sociale, esattamente come aveva fatto il suo collega Bong Joon-ho con il film Snowpiercer, il treno non è altro che una metafora della società in cui viviamo, un posto diviso in classi dove ai più ricchi vengono dati i primi posti e ai più poveri gli ultimi. 
Il regista catapulta persone di diversa estrazione sociale all'interno di questo treno e li mette a confronto l'una con l'altra, costruendo poi passo dopo passo un legame tra essi e facendoci capire che solamente l'unità e la collettività possono sopravvivere in una situazione drammatica, mentre invece l'individualismo e l'egoismo sono destinati a morire. 
Il regista dimostra di saper usare al meglio la macchia da presa, sa creare situazioni di suspense ad alta tensione, sa inventarsi soluzioni originali che riescono a tenere lo spettatore inchiodato davanti allo schermo con il cuore che batte a mille, non siamo davanti ad uno Zack Snyder che fa correre i suoi zombie solo per il semplice gusto di vederli andare più veloce, infatti, i mostri di Sang-ho Yeon non sono dei veri zombie, ma più precisamente dei contaminati assetati di sangue e carne umana, esattamente come lo erano anche i contaminati di Umberto Lenzi nel film "Incubo sulla città contaminata". 
Train to Busan è una pellicola claustrofobica che gioca sul ritmo e sulla tensione, un film che non ti lascia respirare un secondo e che aumenta di ritmo minuto dopo minuto, in poche parole un opera che ci dimostra ancora una volta come il cinema orientale sia una delle migliori realtà cinematografiche attuali.  




1 commento:

  1. L'ho visto qualche giorno fa... non è esente da qualche difetto, ma averne di zombie movie tesi e claustrofobici come questo! Tralaltro l'ambientazione limitata viene sfruttata bene, non è solo un mezzuccio per tirare sul budget e mettere insieme qualche gag.

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