mercoledì 7 ottobre 2015

THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW COMPIE 40 ANNI






















Il musical più trasgressivo, osceno e volgare della storia del cinema compie 40anni.  

Passano gli anni, cambiano le mode e i gusti musicali, ma The Rocky Horror Picture Show non invecchia affatto, mantiene sempre il suo stile, il suo fascino e la sua oscenità, basta guardarlo una sola volta per restare scioccati ed affascinati al tempo stesso. 
Era il 1975 e il regista Jim Sharman decise di fare l'adattamento cinematografico dell'opera teatrale di Richard O'Brien (autore anche di tutte le canzoni), non sapendo che quello che ne sarebbe venuto fuori sarebbe stato più rivoluzionario di Hair, più blasfemo di Jesus Christ SuperStar e musicalmente più moderno di qualsiasi altra opera in giro in quegli anni. Quando il film uscì nelle sale fu un vero e proprio pugno nello stomaco al mondo della cinematografia e del musical, non solo per le sue tematica e i suoi personaggi trasgressivi ed osceni, ma fu una vera e propria rivoluzione culturale a livello di costume, moda, musica e sesso. Il film è infatti riuscito nel tempo a crearsi una fama da cult movie e una schiera infinita di fan, adepti e seguaci.  





Science Fiction/Dubble Fiction 

Le bellissime labbra rosse di Patricia Quinn con cui si apre il tema dei titoli di testa.





Dammit, Janet!

La proposta di matrimonio che tutte le donne vorrebbero sentirsi fare. 






Time Warp

La canzone che ancora oggi riesce a fare ballare tutti.






Sweet Travestite 

L'entrata in scena dello sconvolgente Tim Curry nella parte del Dr Frank - N - Frank.






Sword of Democles

La nascita di Rocky, la creatura nata con mezzo cervello, ma dal fisico scolpito.





Hot Patootie 

L'entrata in scena di Eddie (interpretato da Meat Loaf), che esce dalla cella frigorifera in motocicletta.





Once in a While

Il modo in cui nessuno vorrebbe perdere la propria verginità.






Eddie

Una cena molto particolare: tra lacrime, rimorsi e cannibalismo.






Don't Dream it, Be it

La canzone che lanciò la frase che diventò un vero e proprio slogan "Non sognatelo, siatelo."






Science Fiction/Dubble Fiction (Reprise)

Il film si chiude con il ritorno delle rosse labbra di Patricia Quinn, che riprendono il tema di apertura in una versione più ninna nanna. 
 "E striscianti sulla superficie della Terra, degli insetti, chiamati 'la razza umana'... Persi nel tempo. Persi nello spazio. E nel significato".

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