venerdì 18 settembre 2020

LE STRADE DEL MALE - LA RECENSIONE














Le Strade del Male è il nuovo prodotto Netflix diretto dal giovane regista Antonio Campos e tratto dall'omonimo romanzo di Donald Ray Pollock. Una spietata fotografia della provincia Americana degli anni 60 con all'interno un cast d'eccezione: Tom Holland, Robert Pattison, Sebastian Stan e Mia Wasikowska.

Tra la metà degli anni 50 e l'inizio degli anni 60, assistiamo alle vicende di un gruppo di personaggi che, con le proprie storie personali, finiranno per incrociarsi e scontrarsi tra di loro: un ragazzino con un' infanzia traumatica, un predicatore pedofilo, un fanatico religioso, una coppia di assassini perversi e uno sceriffo corrotto. 













LA RECENSIONE:

Si parte con una voce narrante molto pesante e troppo presente, una voce che va bene se inserita in un romanzo, ma che in un film, a lungo andare, diventa veramente troppo invadente e odiosa. L'inizio poi si alterna tra flashback confusionali e dialoghi che sembrano avere poco senso, facendo subito intendere allo spettatore che la pellicola non è proprio partita con il piede giusto. 

Il film prosegue con la presentazione dei vari personaggi e delle loro vicende personali, fatti e storie che girano intorno alla desolata periferia del West Virginia, alla musica country (una delle cose migliori del film) e all'ottusa fede religiosa. E' così che il giovane Campos ci porta per queste "strade del male", con una regia da buon mestierante, una fotografia dal taglio televisivo e uno stile a cui siamo abituati ormai da anni: ottima tecnica ma niente tocco personale. 

Più andiamo avanti e più assistiamo alle vicende di questi strani tizzi che sembrano per metà essere usciti da un libro di Cormac Mccarthy e per l'altra metà essere scappati dalla cittadina di Twin Peaks. Tutto il film si perde ruotando intorno a queste figure bidimensionali (tranne quella di Holland), dove la solita voce narrante perde tempo a spiegarci anche le loro azioni più ovvie, ma dove il regista si scorda di spiegare la motivazione di tali azioni (un po' come se ogni cosa che fanno vada fatta perchè obbligatoria). La pellicola poi si dilunga per due ore e venti senza arrivare da nessuna parte, lasciando così lo spettatore con la tipica espressione di uno che si domanda "e quindi?".

Capisco perfettamente che lo scopo dell'autore era di raccontarci una visione malata della provincia Americana (le sue perversioni, i bigottismi e i finti moralismi), ma ci vuole anche una trama di fondo per poter intrattenere a modo uno spettatore, non si può pensare che il pubblico si esalti solamente per scene di omicidi sanguinosi e sesso perverso. 

Per quanto riguarda il cast possiamo invece dire che Holland, spogliato dei panni del timido Peter Parker e trasformato in un giovane cazzuto e vendicativo, è forse una delle cose migliori del film, esattamente come è da elogiare il personaggio dello sceriffo corrotto (Sebastian Stan) e il predicatore pedofilo (Robert Pattison). Per tutto il resto il film è un'opera che sembra non portare da nessuna parte, una serie di strade che finiscono tutte in un grosso vicolo cieco. Per concludere possiamo dire che non è certo il film peggiore del 2020, è comunque una pellicola che si lascia guardare, ma sicuramente non è un film che credo resterà nel cuore o nelle teste degli spettatori. Per tutti quelli che hanno amato l'opera letteraria di Pollock sarà invece la classica pellicola che farà esclamare la famosa frase "E' MEGLIO IL LIBRO". 

Daniele Del Viva



Nessun commento:

Posta un commento