venerdì 12 febbraio 2016

THE DOOMGUY - LA RECENSIONE












UN CORTOMETRAGGIO GORE-GAME CHE RENDE OMAGGIO AGLI ANNI 90. 

TRAMA: 

Un ragazzo, che vive ancora in casa con la madre e che passa le sue giornate in camera sua a cazzeggiare e a giocare a Doom, viene inaspettatamente risucchiato dal suo videogioco. Una volta ritornato nella realtà non sarà più lo stesso e non distinguerà più il reale dall'immaginario. 

















LA RECENSIONE: 

Videogiochi, Tartarughe Ninja, motoseghe, Skateboarding e budella sparse ovunque, ecco perchè potremmo veramente chiamare il genere creato da Amerigo Brini con il nome di Gore-Game. Veloce, spietato e con uno stile che richiama al cinema splatter, al trash degli anni 80 e a pellicole più recenti come Kung Fury di David Sandberg. 
In questo corto vediamo una regia e uno stile di montaggio molto più vicini al mondo dei video maker che realizzano filmati di Skater più tosto che al mondo dei cineasti, ma questo non è assolutamente un punto a sfavore, anzi, sicuramente è il punto di forza di Brini, che in questo modo riesce a creare e mostrarci il suo stile personale e originale. 
Volendo Girare la maggior parte delle scene d'azione in soggettiva, il regista, trasforma lo spettatore in vero e proprio protagonista, esattamente come succedeva nei vecchi sparatutto con cui molti di noi sono cresciuti e con cui molti di noi si sono fusi il cervello in sala giochi. 
Ma Doomguy non è solo questo, è anche un richiamo e un tributo ai mitici anni 90 e al loro stile, catturato e riproposto in questo corto grazie al look dei personaggi e agli oggetti di scena: come la t-shirt delle Tartarughe Ninja, gli orologi Casio, le cartucce del Game Boy e i pupazzetti da collezione raffiguranti personaggi come Robocop, Ash e Shredder. 
In poche parole, Doomguy è un corto che tutti quelli che amano il cinema Gore e che se ne sbattono il cazzo del politicamente corretto dovrebbero vedere e amare. 

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